Negli ultimi anni la ricerca si è arricchita di una consistente mole di contributi teorici ed empirici che hanno permesso di esplorare la relazione tra nutrizione e benessere psicologico.
Le ricerche condotte hanno portato gli studiosi a dichiarare che una dieta a stampo antiinfiammatorio riesce ad imprimere un effetto protettivo sul benessere psicologico della persona.
Nello specifico, è stato dimostrato che una stretta aderenza alla classica dieta mediterranea, intesa come il largo consumo di vegetali, cereali integrali, legumi e pesce a discapito di carni rosse, burro, insaccati e latticini, permette di ridurre il rischio di incorrere in condizioni di malessere psicologico. L’effetto è riscontrabile in tutte le fasce d’età e in entrambi i sessi.
E’ proprio a partire da queste considerazioni che, nel 2013, è stata istituita l’International Society for Nutritional Psychiatry Research (ISPNR), che si propone l’obiettivo di portare avanti la ricerca sulla medicina nutrizionale e le sue applicazioni nel campo della psichiatria. L’ISPNR considera la nutrizione come un fattore chiave per la promozione del benessere psicologico, ma quali sono, nello specifico, i nutrienti base che hanno un chiaro collegamento con il benessere mentale? L’International Society for Nutritional Psychiatry Research ha stilato una lista, nella quale compaiono sostanze come omega 3, vitamina B (in particolar modo la vitamina B12 e l’acido folico), colina, ferro, zinco, magnesio, ademetionina (SAMe), vitamina D e amminoacidi (Triptofano e Tirosina). I ricercatori consigliano di consumare regolarmente gli alimenti che contengano queste sostanze, che sembrerebbero avere effetti protettivi rispetto a condizioni di stress e malessere psicologico.
Da questi contributi scientifici emerge con sempre maggiore chiarezza la necessità di considerare l’interdipendenza tra corpo e mente e, conseguentemente, la pluralità dei diversi aspetti da considerare nel lavoro clinico attraverso un approccio multidisciplinare.
Il Centro CEA lavora proprio a partire da queste considerazioni, in un’ottica di medicina integrata, che permette all’operatore di intervenire su più fronti e di considerare il disagio psicologico da diverse prospettive e angolature per cogliere al meglio la complessità della persona.
Dott. Andrea Delbarba, Endocrinologo
Dott.ssa Michela Palermo, Psicoterapeuta
Margherita Bianchetti, dott.ssa in Psicologia Clinico-Dinamica
Bibliografia:
- Sarris, J.; Logan A.C.; Akbaraly, T.N. et al. (2015). International Society for Nutritional Psychiatry Research consensus position statement: nutritional medicine in modern psychiatry. Word Psychiatry 14(3).
- Bottaccioli, F. (2013). Depressione, si cambia. Pnei Review. Rivista della società italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia.